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Spina e sale

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Comments (31)
  1. Emanuele Corocher says:

    Grande Marina

  2. Maria Biasi says:

    Bellissimo racconto nella sua tristezza.
    Complimenti Marina!

  3. Silvia says:

    Dolce e crudele, un racconto sofferto, denso, vivo, che varca i confini del dolore e alla fine, apre le porte alla speranza. Una narrazione raffinata, con parole calibrate al punto giusto, per arrivare a toccare le corde dell’anima, come solo Marina Atzori sa fare. Un racconto toccante che commuove, dolce e amaro al tempo stesso.

  4. Ivano says:

    Il valore simbolico del racconto nasce in modo spontaneo e quindi più possente e credibile dalla schiettezza dei sentimenti, delle passioni, dal bene e dal male e dal loro ininterrotto conflitto.
    Un racconto scritto con efficacia lasciando che ragione e passione interagiscano dando vita a tematiche di rilievo

  5. Chiara Curione says:

    Un racconto denso di dolore. Molto bello per la delicatezza con cui è stato affrontato un tema difficile, una violenza che lascerà una traccia indelebile, ma nello stesso tempo la volontà di superarla cercando di volare con le ali di una farfalla. Bravissima come sempre, Marina.

  6. Antonella says:

    Crudo, aspro, pare scorticare la pelle. Questo racconto narra, con crudele dolcezza una realta’ tanto consueta quanto celata tra le terre della Sardegna. Marina Atzori conosce bene l’uso delle parole e qui lo dimostra con estrema maestria.

  7. Janna Carru says:

    E, se tutto è andato avanti, qualcosa è rimasto immobile, sepolto fra le radici del grande ciliegio.
    Un segreto.
    Un pezzo di vita, nel profondo buio della terra.
    È il momento di di dare luce a tutta quella tristezza, ma non quello del perdono.
    Grande Marina.

  8. Luigi says:

    Parole semplici che trascinano dall’inizio alla fine in un crescendo di emozioni. Non mi pento mai di leggere le tue storie. Complimenti, Marina 🙂

  9. gastone says:

    Crudo e profondo. Da rileggere riflettendo sulle miserie e privazioni dell’essere. Complimenti Marina e grazie per avermi permesso di riflettere sul senso del non senso

  10. Emanuele Corocher says:

    E sì, un padre che non ha dato nulla alla propria famiglia. Ha solo preteso, fino ad alzare le mani. Così, quello che si è promesso al momento dello scambio degli anelli, si è frantumato.
    Sono passati gli anni e anche se i nodi si sono quasi sciolti, per il sopraggiungere della morte, il dolore che è nato e cresciuto, non si può cancellare facilmente.
    Tre vite, buttate in un cestino!
    Lava la tua anima e purificala da tutto il male e il dolore che ancora pungono i fianchi. Solo ora, puoi volare e trovare finalmente la libertà.
    Grazie Marina T.V.M.B.

  11. Sara says:

    La Sardegna..terra che Marina ha nel cuore,la terra dove è nata,la terra che le ha dato tanto e che,dei suoi scritti, chiede tanto. In ogni cosa che Marina scrive trasmette i sentimenti che ha dentro. Tocca i tuoi e scava..brava Marina, sai le mille da toccare. Complimenti!

  12. Luigi Lai says:

    Un terribile segreto sepolto all’ombra di un ciliegio, che Marina dipana pian piano con le sue sapienti parole.
    Sono parole buie, che raccontano il baratro, i sogni infranti e una lettera, che racconta altre verità…
    Bravissima Marina, hai raccontato una storia di dolore con tenerezza…

  13. LORENZA FARINA says:

    Racconto intenso, coinvolgente come la scrittura ricca di metafore e di similitudini pregnanti. La protagonista, ad un certo punto del suo cammino di vita, comprende che non può sfuggire al passato. Fare i conti con i nostri incubi d’infanzia è sempre doloroso, ma necessario per fare luce dentro di noi, per prendere consapevolezza di chi siamo e di dove stiamo andando.
    Le ferite bruciano come sale sulla pelle e pungono come spine, ma rimane sempre viva la speranza di poter volare via, un giorno, dalla gabbia delle nostre emozioni, di volare alto, oltre i muri del dolore anche se abbiamo il vento contrario. Dipende solo da noi.

  14. Laura says:

    Racconto intenso, struggente,. La scrittura è precisa, netta, a tratti affilata come un bisturi e scava in un dolore che soffoca anima e mente. Che fa vibrare come la bella Terra di Sardegna che l’autrice tratteggia con pennellate precise, efficaci.

  15. Sara says:

    Profondo e intenso. Brava come sempre Marina!

  16. Gigi says:

    Un racconto molto coinvolgente, e scorrevole che ti prende fino alla fine. L’argomento è molto delicato e purtroppo attuale. Marina riesce a dipingere le sfumature del dolore con semplici parole. Complimenti!!!

  17. bruna cicala says:

    Un racconto che ti afferra. Tutte le emozioni si dipanano tra parole sapientemente calibrate, dove la rabbia, il dolore, la delusione e il piegarsi in ginocchio, non portano comunque all’odio. Da un triplo tradimento di fango, padre, madre, terra natia, nasceranno ali di speranze colorate. Complimenti Marina, intensa lettura.

  18. Bellissimo racconto che tocca nel.profondo .
    Complimenti

  19. Roberta says:

    Racconto che ti cala in un ‘atmosfera pregnante di sentimenti e sensazioni cocenti, taglienti ma espressi con tatto, con pudore e delicatezza. Sembra di vedere il paesino sardo che sa ma non dice i campi cotti dal sole, questi ciliegi che con la loro purezza cozzano con il dolore aspro del racconto. Le parole di Marina echeggiano nel silenzio di una campagna omertosa lasciando un profondo segno.

  20. Diego says:

    Autrice brillante e mai scontata. Non si racconta la sofferenza, badate bene, ma lo spirito di rivalsa verso una vita forse ingiusta, di sicuro bastarda. Un viaggio nelle emozioni che trasportano il lettore in un vortice di sentimenti contrastanti e “vivi”.
    Grazie Marina, grazie davvero!

  21. Anna Fresu says:

    Un dolore freddo e duro come una spada. Anche se non lascia tracce apparenti, tracce che si scorgano dal di fuori, mascherate dal non detto e dall’impronunciabile ma anche dall’ipocrisia di una società chiusa e piegata a chi ha un qualche potere in più perché possiede qualcosa in più. Un padre che esercita il suo potere sulla figlia mascherando la crudeltà e l’imposizione sotto un un velo illusorio. E una madre che finge di non vedere, schiacciata forse dalla sua debolezza e impotenza, vittima e complice allo stesso tempo, che sceglie la fuga, l’abbandono ma lascia una parola di conforto di speranza. Parole alle quali l’io narrante (l’autrice?) si afferra, che fa sue e trasforma in strumento di redenzione.

  22. Alessandra says:

    Un racconto emozionante, vivido, intenso, nel quale la crudezza del tema trattato viene sapientemente stemperata dalla grande capacità narrativa dell’autrice. Di grande impatto emotivo sia l’immagine dell’albero sia il segreto che esso nasconde.
    Bravissima Marina!

  23. Michele Melillo says:

    Semplicemente fantastico

  24. Marcello says:

    Crudo ma reale. Brava

  25. Francesca says:

    Grande scrittrice che sa narrare momenti della vita, tale e quali dei suoi protagonisti. Complimenti

  26. Marcello says:

    Cruda e reale. Complimenti

  27. Nunzia says:

    Ti leggo sempre con attenzione: le emozioni che riesci a trasmettere sono sempre forti e ti restano dentro anche dopo essere arrivata all’ultima riga.

  28. Leonardo Manetti says:

    Complimenti

  29. Franco says:

    Il titolo dice tutto…molto salato

  30. Stella says:

    La delicatezza in cui é stato affrontato un tema difficile, é stata perfetta.
    Questo racconto mi ha toccato il cuore e arriva dritto nel profondo.
    Brava… Complimenti davvero

  31. ilaria biondi says:

    Una paluda nera e fosca che la tua scrittura ha saputo raccontare con la grazia del volo di farfalla. Complimenti vivissimi, cara Marina!

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